Luigi Maria Conforti
LA LETTERINA DI NATALE
Sotto la zuppiera quel Natale nascosi la mia letterina che si scioglieva al calore del brodo. La mamma infilò gli occhiali e inclinò il foglio verso la finestra.
–Miei cari genitori, l’anno scorso non sempre sono stato bravo come avrei voluto, a scuola non sempre sono stato attento, qualche volta…
-Bene bene, tagliò corto mio padre, -sappiamo già come va a finire: quest’anno prometto di essere più buono, di impegnarmi di più... Lascia perdere figlio mio! Fa come meglio ti riesce e non crucciarti per i tuoi limiti. Si può ugualmente essere felici. Guarda tua madre!
La mamma non rideva per niente. Prima deglutiva, si puliva le labbra con il tovagliolo, non con la tovaglia come era solito mio padre, e poi con voce misurata mi incoraggiava a mettercela tutta, a non far la fine di certe persone saccenti.
-Cosa vuol dire saccenti?
-Chiedilo a tuo padre.
-Vuole dire persone che sanno.
-Non è vero. Non insegnargli sbagliato. Una persona saccente...
Mio padre iniziò a picchiare con la forchetta sul bicchiere e a cantare a squarciagola.
Mia madre iniziava a spazientirsi. La tradiva una smorfia ai lati delle labbra. Fece alcuni sospiri.
-Lasciamo perdere, quando si è fatti così…
Si rimise gli occhiali e riprese a leggere. Mio padre le sorrideva beatamente.
-Vi prometto che sarò più buono, perché a Natale Dio è nato come ogni bambino...
-Cosa? Cos\\\'è questa storia di Dio che è diventato un bambino?
Mio padre si era alzato in piedi e teneva le nocche sulla tavola. -Ah, si, ho capito! Qualche apone ti ha spalmato di miele il cervello. Non ti sarai mica messo coi preti?
Anche la mamma si era alzata e si strofinava gli angoli della bocca.
-Non ti ho mandato a catechismo perché tu dia retta a queste sciocchezze.
-Lo hai mandato a catechismo? urlava mio padre. Senza dirmi niente?
-Se te lo avessi detto, l’avresti mandato?
-Ma neanche per sogno!
La mamma respirava con calma dal naso.
-Ecco, vedi, sei il solito integralista ottuso. Nostro figlio deve conoscere le ideologie della società in cui vive. O deve nutrirsi di quattro idee che girano nel cervello come pezzetti di pane nel brodo?
-Le mie non sono idee, sono convinzioni e non mi ondeggiano nel cervello, mi sono impresse qui dentro!
-E sentiamo. Quali sarebbero queste tue convinzioni?
Mio padre si sedette. –Vieni qui, mi disse.
-Non fare mai del male a nessuno, Luigino, se hai possibilità fai del bene.
Non rubare, che non c’è tesoro che valga il rispetto degli altri. Dì quello che pensi, senza offendere nessuno.
Non tradire tua moglie nemmeno con il pensiero, perché c’è lei quando sei ammalato e lei rimane anche quando i capelli se ne vanno. Dì la verità perché i bugiardi sono dei codardi... mi fanno schifo... Non rubare nemmeno un centesimo e non giocare nelle tabaccherie che quello che non sudi lo togli a un altro che ha bisogno...
Era tutto rosso mio padre e gli mancava il fiato.
-Se tua madre vuole aggiungere qualcosa...
La mamma appoggiava i gomiti sul tavolo e sorrideva.
Pensava a qualcosa ma non voleva dirlo.